Ballare con gli occhi chiusi

teste

Uno sguardo e un abbraccio: questi sono i gesti, potentissimi, che muovono il tango. L’abbraccio è fiducia. I bambini piccoli sono ancora in grado di abbracciare senza paure ma, presto, questa capacità siperde. Adulto, a volte, è sinonimo di autosufficienza, ma anche di chiusura: si teme il confronto, si evita lo scambio, si fugge l’ascolto degli altri e di sé stessi e, conseguentemente, anche il più banale contatto è problematico. Il tango permette di esplorare queste dinamiche e di cambiarle. E’ una danza “sociale”: lo scopo non è diventare tutti grandi ballerini, ma migliorare la propria interazione con gli altri.

Uno dei primi ostacoli per chi si approccia al tango, è proprio il contatto e l’empatia con l’altra persona. Non a caso, durante una lezione, un buon maestro fa cambiare spesso partner: non solo si migliora il proprio modo di ballare ma, soprattutto, si lavora sul rapporto con il contatto fisico e la fiducia che questo implica. Nel tango vi è una dimensione umana, intima e sociale, che diventa terapia sia personale, perché ci si guarda dentro, sia di gruppo, perché lo si fa insieme. Il tango evoca eleganza, sintonia, passione. Una milonga è l’incontro di persone legate da questa danza, che è rito e culto allo stesso tempo. Il tango non è un semplice ballo, ma un mondo a sé, un mondo che è stato raccontato in tante pellicole, una è quella di Simonetta Rossi, che ha affrontato un lungo viaggio fino in Argentina, là dove questo ballo è nato e dove si respira pienamente la sua magia. La regista ha realizzato un cortometraggio mettendo insieme molte interviste, tra maestri di danza e neofiti del tango, tutti invariabilmente innamorati di quelle melodie. "Ad occhi chiusi", questo il titolo del cortometraggio, nasce con il proposito di esplorare i risvolti sociali, psicologici ed esistenziali che il ballo del tango ha nella nostra società, ponendo l’accento sull’esperienza dei diretti protago­nisti, che riflettono sulle dinamiche che si creano durante la performance. Dal racconto dei tangueri e delle tanguere, emerge la forte valenza sociale di un ballo che porta con sé un numero enorme di possibilità: si esprime la propria personalità con un ballo sensuale ed intimo, si apprende la cultura argentina e si amplia la propria cultura musicale, si incontrano nuove persone, facendo nuove amicizie, si può trovare un posto dove ballare in ogni parte del mondo, si balla con molte persone diverse, anche sconosciute, diventando più socievoli e ci si libera da alcune inibizioni. Il tango permette di divertirsi, migliora il portamento e l’equilibrio del corpo, dà l’occasione, oggi sempre più difficile, di godere dei benefici di un abbraccio in modo gratuito e disinteressato, consente di parlare senza usare parole. E se l’abbraccio è un momento di condivisione, il passo successivo, quello di chiudere gli occhi, significa non solo fiducia, ma abbandono, al ballo, alla musica, al trasporto che da quella può venire. <<E’ uno degli aspetti più difficili – spiega Francesco Furnari, Tango Lab Catania – Ma sono queste le condizioni che permettono poi di godersi la musica, la tanda e il ballo in tutta la sua bellezza>>. Periodicamente, Furnari tiene degli incontri all’interno della Milonga della Gioia, l’appuntamento domenicale al Barbara Disco Lab, per spiegare il tango come ballo e cultura, in tutta la sua valenza fortemente sociale. La vista è un senso che durante il tango non solo non serve, ma quasi disturba. Le immagini intorno tolgono concentrazione. All'inizio il tango sembra così difficile anche con gli occhi aperti, e provare con occhi chiusi appare quasi impossibile.  Ma c'è un tempo per ogni cosa, e il fatto di chiudere gli occhi, alla fine, rende il ballo più semplice. Chi riesce a chiudere gli occhi durante una tanda, ne parla come un momento speciale, nel quale si evade davvero da tutti e da tutto. Uno spazio breve dove esiste solo la musica. Un tango si balla meglio così, a occhi chiusi: "sentendo" il proprio partner, più che guardandolo.

images copy copy copy copy copy copy